venerdì 21 novembre 2014

Letterine di feltro in umidAH NO

Dice: ma questa ha già smesso di cucinare? Sì, perché ho l'influenza. Quando una ha l'influenza cucina i seguenti cibi: il purè, il passato di verdura, la pietosa. La pietosa è la minestrina di dado con la pastina, a casa mia si chiama così per ovvie ragioni gastronomiche.

Invece di cucinare ho occupato utilmente il tempo facendo delle letterine di feltro imbottite, che poi cucirò insieme come un festone e regalerò a una bimba che compie un anno, bimba di cui non dirò il nome per rispetto della privacy eccetera. Queste sono le letterine:

Anonima! Anonimissima!

Come si fanno le letterine di feltro? Si stampano le lettere nel font desiderato, nella grandezza desiderata. Poi si prende il feltro e un pennarello a punta fine, si appoggia il feltro al foglio e si tracopia la letterina - per semplificarsi la vita ci si può appoggiare al vetro della finestra e sfruttare il controluce.
Si piega il feltro a metà e si tagliano le letterine. Poi si cuciono, ciascuno secondo le proprie capacità (le mie, come si può vedere, sono ben scarse). Ovviamente prima di cucire TUTTO il bordo bisogna sistemare l'imbottitura, aiutandosi con una matita o, nel mio caso, una bacchetta del ristorante cinese.

Invece il passato di verdura, se vi interessa, l'ho fatto con un avanzo di cavolo rosso a julienne, una zucchina, una rapa, un avanzo di cavolfiore, il tutto cotto con acqua, mezzo dado vegetale, un peperoncino tritato e un po' di aglio in polvere perché in casa non c'era nemmeno una cipolla. Dopo aver frullato tutto il colore era veramente orrendo, così ci ho aggiunto un cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro: a quel punto il passato ha virato dal viola-vinaccia al marrone rossastro. Ho sospirato, ci ho versato un barattolo di fagioli cannellini e me lo sono mangiato così, a occhi chiusi. Fra l'altro era un passato buonissimo, denso e piccante, ma se lo fotografavo poi Google mi cancellava il blog.

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