lunedì 2 marzo 2015

Torta salata di cavolo nero e tofu.

Una torta salata veloce e svuotafrigo, sanissima e quasi vegana.

Cosa serve:
Un rotolo di pasta sfoglia;
del cavolo nero e degli spinaci;
una grossa patata;
un panetto di tofu;
un paio di cipolle;
due uova;
curcuma, cumino, garam masala, origano, sesamo (insomma, degli aromi);
sale;
olio.

Come si fa:
Affettiamo le cipolle e facciamole rosolare in un bel tegamone ampio. Intanto laviamo il cavolo nero e la patata e facciamoli cuocere per qualche minuto in acqua bollente (la patata, per far prima, la taglieremo a cubetti).
Aggiungiamo alla cipolla la curcuma, il cumino e il garam masala, oppure degli altri aromi che ci ispirano simpatia.
Tagliamo a listarelle sottili il tofu e versiamolo nel tegame.
Infine aggiungiamo le verdure bollite e scolate e dopo un paio di minuti gli spinaci crudi, che tanto si cuociono in un attimo.
Quando è tutto cotto aggiustiamo di sale e lasciamo raffreddare.
Mescoliamo alle verdure un uovo + un tuorlo e versiamo il composto nella tortiera rivestita di sfoglia. Spennelliamo con l'albume rimasto e decoriamo il bordo con semini ed erbette (tipo sesamo e origano) per farlo più carino.
Cuociamo in forno a 180°/200° per, boh, venti minuti?
E buon appetito!

La foto non rende tanta giustizia alla torta, che era proprio bellina.


mercoledì 14 gennaio 2015

Curry di ceci velocissimo

Questa è proprio la ricetta del "non c'avevo niente in casa tranne dei barattoli e le spezie" (che vabbe', le spezie stanno lì, ci vogliono decenni a finirle).

INGREDIENTI:
1 barattolo di ceci (circa 200 gr.)
1 pezzetto di zenzero fresco (quanto pare a voi)
mezzo cucchiaino di cumino
mezzo cucchiaino di garam masala
mezzo cucchiaino di curcuma
peperoncino secco (regolatevi a seconda della piccantezza che volete ottenere)
aglio tritato fresco o secco
1 cipolla
olio
sale
acqua calda

COME SI FA:
Fate scaldare un pentolino d'acqua. Scolate o non scolate i ceci, a gusto vostro. Se siete di quelli che pensano che l'acqua dei ceci sia piena di schifezze scolateli.
In una pentola fate scaldare l'olio (circa tre cucchiai) con la cipolla tritata. Poi aggiungete le spezie, lo zenzero, l'aglio e mescolate per un minuto. Versate i ceci (con la loro acqua oppure no), fate insaporire un attimo. Aggiungete acqua calda fino a coprirli, abbassate la fiamma, incoperchiate e fate sobbollire una ventina di minuti. Ovviamente ogni tanto buttate l'occhio per vedere che ci sia ancora liquido e non stia bruciando tutto.
Quando il curry si sarà sufficentemente ristretto salate e spegnete.
Sono buonissimi accompagnati da riso pilaf, o anche solo da riso bianco bollito, oppure con un paio di cucchiaiate di yogurt al naturale.
Buon appetito!

(niente foto perché me ne sono dimenticata) (oh, eh)

lunedì 1 dicembre 2014

Il riso di cavolfiore

Adesso va di moda la no-carb, l'avrete sentito dire tipo ovunque. I carboidrati fanno male, i carboidrati fanno ingrassare, i carboidrati sono il demonio, se vuoi dimagrire elimina i carboidrati. Io sono cicciotta ma i carboidrati non li elimino, perché 1) chi li elimina dalla dieta di solito li sostituisce con bistecche di brontosauro che sfamerebbero un puma, e io purtroppo (no) le bistecche di brontosauro non le mangio, e 2) i carboidrati sono buoni.
Però chi sono io per sottrarmi a questa grande sfida, cioè fare dei piatti che sostituiscano l'orrido cereale ingannando palato e cervello almeno per un secondo (poi il palato manda una mail al cervello, oggetto: CI STANNO FREGANDO), chi sono io? Nessuno.
E quindi l'altro giorno ho fatto il riso di cavolfiore. L'ho fatto anche perché l'ho visto fare da Jamie Oliver, e se una cosa la fa Jamie Oliver la faccio anch'io.

Fare il riso di cavolfiore è molto facile. Si prende un pezzo di cavolfiore crudo, lo si divide in cimette, si mettono le cimette nel robot da cucina e si tritano fino a ottenere dei pezzetti grossi come chicchi di riso. Fine. L'unica accortezza che bisogna avere è quella di tritare a colpettini, usando la funzione pulse, per evitare di eccedere e ridurre la verdura in purea.
Una volta che abbiamo il nostro bel riso possiamo mangiarcelo così, ma madonna che schifo, dai, oppure cuocerlo a nostro piacimento. I più radicali lo fanno al vapore o lo ficcano nel microonde, io invece l'ho cotto in padella con olio e cipolla, sale e pepe. Il risultato è ottimo e va benissimo per accompagnare uno spezzatino di verdura col sughetto. Si può anche condire come se fosse riso vero, col pomodoro, col curry, con la salsa di soia o come pare a voi.

Sembra riso? Sì. Sa di riso? No, però è buono. Buon appetito!


Sembra riso ma non è, serve a darti l'allegria.

lunedì 24 novembre 2014

Pizzette di sfoglia

Ieri ero a cena da amici e ho fatto il mio grande classico di quando non ho voglia di cucinare: le pizzette di sfoglia. Ricetta difficilissima, raga, prendete appunti perché in confronto i macarons sono una sciocchezza.

Allora, serve della pasta sfoglia pronta che va srotolata su un piano orizzontale. Poi bisogna munirsi di stampini per biscotti, possibilmente di forme picci tipo i fiorellini o le stelline. Si ritagliano le pizzette. Si trasferiscono su una teglia. Si condiscono con quello che si vuole.
Io, che ho tipo una fantasia sfenatissima, ci ho messo polpa di pomodoro, mozzarella di bufala e origano. E su qualcuna anche una fettina di oliva verde al peperone! Ah, la creatività.
Pizzetta a fiorellino ancora cruda.

Poi la teglia, sorpendentemente, va infilata nel forno caldo a una temperatura casuale (io, quando non so, metto sempre a 180°) per una dozzina di minuti, tempo che le pizzette diventino croccanti ma non bruciate.
Difficile, neh?

Ta-dah!

venerdì 21 novembre 2014

Letterine di feltro in umidAH NO

Dice: ma questa ha già smesso di cucinare? Sì, perché ho l'influenza. Quando una ha l'influenza cucina i seguenti cibi: il purè, il passato di verdura, la pietosa. La pietosa è la minestrina di dado con la pastina, a casa mia si chiama così per ovvie ragioni gastronomiche.

Invece di cucinare ho occupato utilmente il tempo facendo delle letterine di feltro imbottite, che poi cucirò insieme come un festone e regalerò a una bimba che compie un anno, bimba di cui non dirò il nome per rispetto della privacy eccetera. Queste sono le letterine:

Anonima! Anonimissima!

Come si fanno le letterine di feltro? Si stampano le lettere nel font desiderato, nella grandezza desiderata. Poi si prende il feltro e un pennarello a punta fine, si appoggia il feltro al foglio e si tracopia la letterina - per semplificarsi la vita ci si può appoggiare al vetro della finestra e sfruttare il controluce.
Si piega il feltro a metà e si tagliano le letterine. Poi si cuciono, ciascuno secondo le proprie capacità (le mie, come si può vedere, sono ben scarse). Ovviamente prima di cucire TUTTO il bordo bisogna sistemare l'imbottitura, aiutandosi con una matita o, nel mio caso, una bacchetta del ristorante cinese.

Invece il passato di verdura, se vi interessa, l'ho fatto con un avanzo di cavolo rosso a julienne, una zucchina, una rapa, un avanzo di cavolfiore, il tutto cotto con acqua, mezzo dado vegetale, un peperoncino tritato e un po' di aglio in polvere perché in casa non c'era nemmeno una cipolla. Dopo aver frullato tutto il colore era veramente orrendo, così ci ho aggiunto un cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro: a quel punto il passato ha virato dal viola-vinaccia al marrone rossastro. Ho sospirato, ci ho versato un barattolo di fagioli cannellini e me lo sono mangiato così, a occhi chiusi. Fra l'altro era un passato buonissimo, denso e piccante, ma se lo fotografavo poi Google mi cancellava il blog.

mercoledì 19 novembre 2014

Seitan alla pizzaiola

Non so per quale motivo, ma nominare il seitan in una conversazione provoca sempre delle reazioni allarmanti: urletti schifati, espressioni di repulsione, commenti di perculo. 
Fatto sta che quello degli onnivori verso il seitan è un pregiudizio piuttosto, e lo dico carinamente, sciocco.
Intanto la metà degli onnivori confondono seitan e tofu e quindi dicono cose come "Il seitan non sa di niente" oppure "È come mangiare il cartone". Io personalmente non ho mai mangiato il cartone, però il seitan lo mangio da più di vent'anni e se il cartone sapesse di seitan mangerei anche gli scatoloni di Zalando.
Il tofu e il seitan, sedetevi e prendete appunti, non sono la stessa cosa. Capisco che infilarli insieme nell'unica categoria mentale "roba strana per gente che mangia strano" sia comodo, ma ahimè, è sbagliato.
A parte che non è nemmeno vero che il tofu sia insapore. Il tofu (che è quella roba bianca gelatinosa che vi trovate talvolta nel piatto al ristorante cinese o che salta fuori dal fondo della vostra zuppa di miso al ristorante giapponese) ha un sapore molto delicato, se mangiato al naturale, e una consistenza budinosa. Se è di buona qualità si mangia volentieri anche da solo, come si mangerebbe un formaggio freschissimo. Se, come capita, è di qualità più scadente, conviene insaporirlo, magari facendolo marinare nella salsa di soia prima della cottura.
Il seitan è tutta un'altra cosa. Se non ce lo avete presente, è marrone, si trova di solito in panetti rotondi, ha una consistenza un po' gommosa e soprattutto ha un sapore suo. Il seitan sa di seitan. Pazzesco. Quindi non richiede né marinature né altri trucchi per essere insaporito. Oddio, poi se volete marinarlo chi sono io per impedirvelo, però poi non lamentatevi se vi viene fuori una roba salatissima.
Il seitan è anche un ottimo modo per ammazzare un celiaco, se ne conoscete uno che vi sta un po' sulle balle: infatti è glutine puro, aromatizzato con salsa di soia eccetera. Si può fare pure in casa, facendo dei paciocchi con grandi quantità di farina per ore e ore. Io, vi dirò, manco morta.

Ma veniamo al seitan alla pizzaiola, che è una cosa molto buona e saporita che faccio spessissimo. In realtà è quasi superfluo scrivere la ricetta, che è quella di qualsiasi cosa alla pizzaiola.
Prendete il panetto di seitan e tagliatelo a fette più sottili, se possibile ricavando da ogni panetto tre fette circolari con uno spessore uniforme (non che io ci riesca). Infarinatele e passatele in padella con un filo d'olio a fare la crosticina su entrambi i lati. Poi togliete dalla padella il seitan, se serve fate scaldare un'altro goccino d'olio, aggiungete uno spicchio d'aglio schiacciato col coltello e un trito di capperi. Volendo anche qualche oliva, verde o nera, a pezzetti. Versate poi qualche cucchiaio di passata di pomodoro, lasciate insaporire bene, sa avete del basilico fresco mettetecelo, allungate con l'acqua. Infine mettete in padella anche il seitan, abbassate il fuoco e fate cuocere tutto pian pianino per un bel po'. Ogni tanto rigirate le fette in modo che si insaporiscano bene da entrambi i lati. Se il pomodoro si asciuga troppo aggiungete acqua.
Ovviamente salate e se volete aggiungete anche pepe, origano e quello che vi pare.

Vi avrei fatto la foto ma avevo fame e me ne sono dimenticata. Allora vi metto la foto di uno dei miei gatti che vi guarda male:

Be'?
(Il gatto è comunque più carino del seitan, che è buono ma non è fotogenico)




domenica 16 novembre 2014

Polpettine di quinoa coi pomodori secchi

Con la quinoa ci si fanno tante cose: si mangia calda, fredda, in insalata, col cioccolato e va bene pure per le polpette.
Queste, in particolare, sono polpette di quinoa per chi ha poco tempo e il frigo quasi vuoto.

Si fa cuocere la quinoa secondo le istruzioni del sacchetto, ossia: un bicchiere di quinoa e due di acqua, portare a bollore, abbassare la fiamma, incoperchiare, far cuocere una decina di minuti, quando l'acqua si è assorbita far riposare altri cinque minuti a fuoco spento.
Si sposta la quinoa in una ciotola a raffreddare e intanto si tritano un pezzo di parmigiano e qualche pomodoro secco al naturale fatto ammollare nell'acqua per dieci minuti.
Si mischia tutto al quinoa, si aggiunge una punta d'aglio in polvere e dell'origano.
Poi si impasta bene con un uovo, si fanno le polpettine e via in forno finché non sono cotte (non ci vuole molto).

Ecco le polpettine appena cotte!

Io le ho accompagnate con del cavolo rosso stufato, che una volta cotto diventa di un bel viola. Come si stufa il cavolo rosso? Gli si raccontano cose molto noiose. In alternativa, si taglia a striscioline e si cuoce in pentola con aglio e cipolla, aggiungendo aceto di mele e acqua calda fino a che non diventa morbidino morbidino.